Il Leonberger in Italia
L'Eroe dei Due Mondi
L’Eroe dei Due Mondi

Pochi lo sanno ma il Leonberger è una delle razze “storicamente” più affascinanti dell’universo canino. Il Leonberger è infatti l’unico “tedesco”  cui spetta un posto d’onore nel ricco panorama dei nostri Eroi risorgimentali.

Tra i padri fondatori più importanti il più affascinante, eroico, leggendario è indubbiamente Giuseppe Garibaldi.

Leggete qui sotto cosa scrive il giornale della “Borsa Zootecnica della Renania” nella sua prima edizione a  Colonia l’ 8 Ottobre 1912 a proposito del Leonberger:

Der Hund “Caprera”, der den General Garibaldi auf allen seinen Reisen begleitete, war ein Leonberger.”
Il cane di nome “Caprera”, che accompagnò il Generale Garibaldi in tutti i suoi viaggi, era un  Leonberger.

Fa una certa sensazione a noi che amiamo questa razza sapere che l’Eroe dei Due Mondi possedeva un Leonberger!

Re Umberto I d’Italia

Si narra che anche il Re Umberto I d’Italia ne possedette un esemplare.

Il leonberger Pinko

Della presenza del Leonberger in Italia si ha poi una traccia che riguarda un maschio di nome Pinko che venne lasciato in custodia a una famiglia contadina del Friuli da un ufficiale del III Reich in fuga dalla sconfitta alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Alla fine degli anni cinquanta, quando ancora la razza era veramente rara, persino nel proprio paese d’origine. 
Fu il signor Dante Visioli di Novara ad importarne, almeno dalle notizie in nostro possesso, un primo esemplare nel 1955: Cecil von Bildstockle.

Piera Bonazzola, 1966
Piera Bonazzola, 1966

Di questo cane si innamorarono i Coniugi Bonazzola, di Varese, che nel 1961 e 1962 importarono un paio di cani dalla Germania, Betty von Waldfrieden e Bodo von Tuttlingen, e negli anni seguenti ebbero a produrre 3 cucciolate, gran parte delle quali rientrarono in Germania dove c’era una maggiore richiesta di cuccioli.

I Coniugi Bonazzola frequentavano di tanto in tanto le esposizioni dove il Leonberger veniva riconosciuto da pochi cinofili ma non ebbe la fortuna che negli altri paesi europei iniziava ad ottenere.Da un soggetto nato presso i Signori Bonazzola prese ad allevare tra il 1970 e il 1979 l’Ingegner Aurelio Leone a Roma, con l’affisso Del Monte Scalambra. Da uno dei suoi esemplari inizia l’attività di Federica e Fabrizio Bonanno che già allevavano Riesenschnauzer con l’affisso Di Rocca Scura e che praticamente interruppero quasi del tutto l’allevamento di Leonberger all’inizio degli anni ottanta. 
Purtroppo questi primi tempi non contribuirono, se non molto marginalmente, all’instaurarsi di un vero e proprio allevamento italiano. Non esisteva che qualche sporadico amatore e la razza rimaneva quasi del tutto sconosciuta e praticamente assente dalle esposizioni.

Floran vd Hexenbruecke (Zwieback) e Guido Perosino, 1986
Floran vd Hexenbruecke (Zwieback) e Guido Perosino, 1986

La vera stagione del Leonberger in Italia nasce dunque a metà degli anni ottanta con l’arrivo di Floran Von Der Hexenbruecke importato in Italia da Guido Perosino.

Poco dopo arrivò Ophelia von Loh, femmina allevata da Gerhard e Birgitt Zerle. Ophelia, capostipite dell’affisso Berljon, rappresentò la molla che diede il via definitivo alla nuova stagione della razza in Italia. Questa imponente Leonberger, ricca di personalità, potente ed elegante, fu la prima vera fattrice che attraverso una folgorante carriera espositiva, sia in Italia che all’estero, ma soprattutto attraverso i suoi discendenti, diede spessore all’ allevamento di questa razza nel nostro paese imprimendovi un significato di qualità.

Ophelia v. Loh
Ophelia v. Loh

Aveva partecipato a competizioni in tutta Europa, arrivando a vincere, tra l’altro, una speciale del Club Tedesco, ad essere proclamata prima Campionessa d’Europa della storia della FCI e ad ottenere il titolo di riserva di miglior femmina assoluta al raduno di Leonberg.

In quegli anni, soprattutto grazie alla nascita del Club Italiano del Leonberger, finalmente la razza iniziò dunque ad ottenere i meritati riconoscimenti, ottenere spazio sulle pubblicazioni specializzate, a contare amatori ed appassionati.

Apparvero articoli su riviste importanti come “Il Cane che piaceva a Garibaldi” su Argos, oppure “Le origini del Leonberger” sulla rivista ufficiale dell’ENCI  “I Nostri Cani”.

Più tardi la De Vecchi di Milano pubblica, dello stesso autore, il primo libro monografico sulla razza “Il Leonberger” destinato a diventare il punto di riferimento per tutti gli amanti e gli allevatori italiani  della razza.

Alcuni dei cani che avevano iniziato a frequentare i ring delle esposizioni si fecero conoscere per qualità e bellezza e iniziarono persino ad imporsi all’attenzione dei grandi ring d’onore a livello Internazionale. Tra questi vanno ricordati soggetti di allevamento italiano come il multi Best in Show Berljon Corsaro Cheops di Francesca Mavilla, Berljon Matador Mandarin di Roberto Resta, Tabouc del Sambro di Pietro Gaetani, la Campionessa del Mondo Berljon Orkidè Odessa di Guido Perosino e cani importati dall’estero come il plurititolato Ikaros Kalakirian’s (Danimarca) di Alex Frediani, Achat von Bergischen Loewen (Germania) di Paola Bianchi e il multi Best in Show Zeldas Foxtrot (Svezia) di Guido Perosino.

Bobby Ensson Bohemia
Bobby Ensson Bohemia

E’ ancora un maschio importato dal fondatore del Club che nel primo decennio degli anni  2000 si impone praticamente ovunque grazie alla sua classe, alla perfezione morfologica, al movimento straordinario: Bobby Ensson Bohemia diventa in breve il più titolato dei Leonberger.

Dopo il mitico affisso “Berljon”, nuovi allevatori e nuovi affissi si sono via via affacciati sulla scena cinofila ed oggi sono numerosi i piccoli allevamenti, tutti amatoriali, che producono di tanto in tanto.

Pur rimanendo una razza piuttosto rara, grazie al buon lavoro fatto l’Italia rappresenta uno dei paesi di maggior interesse per la razza, non tanto per la quantità di cuccioli prodotti, attestata a  150 – 200 nuovi nati ogni anno, quanto per la qualità che alcuni allevatori riescono a mantenere, spesso a costo di notevoli sacrifici e grazie alle conoscenze maturate negli anni.

Il Club Italiano del Leonberger

Guido Perosino Fondatore e primo Presidente del CIL
Guido Perosino Fondatore e primo Presidente del CIL
Il primo marchio del Club
Il primo marchio del Club

Il Club Italiano del Leonberger venne fondato a Torino il 25 marzo del 1987, su iniziativa di Guido Perosino. 
I Soci fondatori furono: Guido Perosino, Sonia Falletti, Giancarlo Sambucco, Patrizia Valentino, Valeria Ferretto, Roberta Perosino, Maria Candida Ortu, Patrizia Ortu, Alberto Braccioni, Gianfranco Juliano, che firmarono di fronte al Notaio l’atto costitutivo. Soci sostenitori: Piergianni Minelli, Marisa Brivio Chellini, Germano Cagliero. Il primo Consiglio eletto dall’Assemblea generale composta da 51 Soci era così composto: Guido Perosino (Presidente), Sonia Falletti (Vicepresidente), Ivo Ferrua, Piergianni Minelli, Maria Candida Ortu, Patrizia Ortu e Giancarlo Sambucco (Consiglieri).

Con l’aiuto di Ermanno e Marisa Brivio lo stesso anno venne organizzato il 1° Meeting Internazionale del Leonberger che ebbe anche la veste di segnare il 1° Campionato Sociale del Club. Questo raduno si tenne in occasione della Esposizione Internazionale di Bellagio dell’ottobre 1987. Fu un grande evento per tutta la cinofilia italiana, mai si erano infatti visti tanti Leonberger in una nostra manifestazione; a qual tempo erano una vera rarità e praticamente sconosciuti poiché fino ad allora non si erano neppure pubblicati articoli monografici o divulgativi. L’attività promozionale dei pochissimi che fino ad avevano allevato qualche esemplare era stata infatti pressoché nulla.

L’Esposizione Internazionale di Bellagio 1987
L’Esposizione Internazionale di Bellagio 1987

Fu chiamato ad inaugurare l’attività del Club il Principe Alexander Von Ratibor und Corvey, notissimo per i suoi Leonberger allevati da sempre al Castello di Markroeningen, vicino a Leonberg. Il raduno fu un successo: tutta la cinofilia ufficiale ne parlò così come, finalmente, iniziò a riconoscere ed a interessarsi della razza.

Quell’anno il Club fece anche la richiesta di riconoscimento all’Enci e venne accolto come componente ufficiale della Internationale Union Fur Leonberger Hunde che si riuniva annualmente a Leonberg.

L’Italia, attraverso i propri delegati, diede sempre un costruttivo ed apprezzatissimo contributo alle discussioni che negli ultimi quindici anni si sono svolte all’interno del massimo organismo Internazionale della razza, fino alla forte presenza nella redazione del nuovo standard pubblicato nel 1996.

Nel giugno del 1989 venne organizzato il 2° Meeting Internazionale del Leonberger e 1° Meeting Internazionale dei Cani da Montagna e Soccorso in una cornice bellissima a Saint Vincent, in Valle d’Aosta, nell’ambito di una grandiosa manifestazione organizzata dai Club delle quattro razze cugine (San Bernardo, Terranova e Cani dei Pirenei). Fu una manifestazione ricca di partecipazione e fece molto parlare di sè. L’idea del Meeting Internazionale, nata dal nostro Club, venne subito dopo ripresa dal Club Svizzero che ne organizzò la terza edizione a Langenthal e poi da quello Austriaco che ne organizzò la quarta e ultima edizione.

Meeting a Saint Vincent 1989
Meeting a Saint Vincent 1989

Dal 1989 il Campionato Sociale si è regolarmente tenuto in diverse località, Figino Serenza (Co), Cantalupo Ligure (Al), Assisi (Pg). Dal 1999 al 2002  il Campionato Sociale si è tenuto nel mese di aprile a Treviolo, in provincia di Bergamo. Dal 2003 si terrà in alternanza tra località diverse del Nord e del Centro Italia.

Nel 1992 l’Enci riconosce il Club Italiano del Leonberger come Socio Collettivo prima e come Società Specializzata poi, approvandone in pieno il forte lavoro di sviluppo della razza, le prerogative tecniche e zootecniche che lo avevano animato e permettendo così di dare una maggior consistenza alla selezione e un più alto contenuto tecnico al titolo di Campione Italiano di bellezza. Il Club nomina proprio Presidente Onorario la ormai anziana Signora Piera Bonazzola Castelli, che per prima, nel lontano 1961, aveva iniziato l’allevamento della razza nel nostro paese. Piera Bonazzola, pur senza portare a compimento un progetto vero e proprio di promozione e di allevamento del Leonberger vi era rimasta fedele per più di 30 anni. Nel Luglio 1995 arrivano le dimissioni dalla Presidenza di Guido Perosino che era stato chiamato alla Direzione Generale dell’ ENCI. Assume la funzione di Presidente, per poche settimane, il Signor Mario Benedetto. La prima Assemblea successiva riunitasi a Firenze elegge, nel gennaio 1996, un nuovo Consiglio Direttivo che nomina Presidente Francesca Mavilla che verrà nuovamente chiamata alla Presidenza nel febbraio 1999, per un secondo mandato.

La spilla d’oro del DCLH
La spilla d’oro del DCLH

Nel Maggio 1996 si svolgono a Leonberg i festeggiamenti ufficiali per la celebrazione del 150. anniversario di nascita ufficiale della razza. 
Al cospetto di circa 500 invitati tra cui i Presidenti di tutti i Club aderenti alla Unione Internazionale del Leonberger, il Sindaco della città di Leonberg, il Presidente della VDH, il Presidente del DCLH signor Gerhard Zerle, vengono insignite tre sole persone della spilla d’oro del Club Tedesco, tra queste due italiani: Piera Bonazzola Castelli, “Socia straniera del Club Tedesco, senza interruzione, da più anni” e Guido Perosino “per aver fondato il Club Italiano del Leonberger ed aver dato lustro alla razza nel mondo, come giudice, cinofilo, scrittore”. La spilla d’oro è il massimo riconoscimento del Club Tedesco riservato ai cinofili che più si sono distinti nella tutela, studio e promozione della razza. La consegna fatta a due Italiani, tanto più nel 150mo anniversario della razza stessa, è il massimo riconoscimento anche per la attività di questo Club.

Nel 1997 in seguito alla morte di Piera Bonazzola viene nominato Presidente Onorario del Club Guido Perosino, fondatore e forte punto di riferimento per la razza, apprezzato e considerato in tutto il mondo come uno dei suoi massimi esperti.

In questo periodo l’attività del Club  è particolarmente concentrata nella ricerca di regole di allevamento che garantissero una vera crescita qualitativa e sanitaria della razza. Si sono sviluppati i servizi: in particolare le Prove di attitudine all’allevamento (PAA), l’attività di promozione su internet, l’attenzione alle regole deontologiche di allevamento.

Negli stessi anni il Club si è evidenziato per l’organizzazione di incontri di formazione per i Soci, dedicati alla salute dei cani, ai problemi del parto e della sfera riproduttiva, alla displasia dell’anca e del gomito. 

Grazie all’interesse che suscita il lavoro in acqua si costituisce un gruppo dedito a questa disciplina e che regolarmente organizza corsi di avvicinamento e corsi più avanzati di salvataggio anche se tale diciplina fatica ad acquisire importanza.

Nel febbraio 2003 l’Assemblea del Club elegge un nuovo Consiglio Direttivo di cui diventa Presidente Lucio Migni, zootecnico, Giudice Internazionale della razza e titolare del famoso affisso “Del Sambro” con cui alleva anche Border Collies, apprezzato da tutti per le grandi doti di equilibrio e la profonda conoscenza del cane e dell’allevamento.

Nei primi mesi di attività il Consiglio organizza con molto successo il Campionato Sociale ad Assisi. Successivamente emana i definitivi regolamenti interni del Club nonché le linee guida per l’allevamento, vengono meglio definite e fortemente promosse le Prove di attitudine all’allevamento, viene promulgato, primo tra tutti i Club del Panorama Cinofilo, l’importantissimo Codice Deontologico degli allevatori ed approva il nuovo Statuto dell’Associazione, per  consolidare le basi di un futuro proficuo miglioramento della razza.

Lucio Migni, Presidente del CIL dal 2003 al 2006
Lucio Migni, Presidente del CIL dal 2003 al 2006

La Presidenza di Lucio Migni è caratterizzata dalla sua preparazione tecnica ma anche dalle sue grandi doti umane, un periodo che purtroppo è anche segnato dalla malattia che lo costringe a cure difficili e continue: la sua forza di volontà e l’enorme professionalità gli consentono comunque di garantire al sodalizio la guida e la presenza necessarie.

Insieme a Guido Perosino lavora alacremente alla revisione delle regole d’allevamento ed in particolare, alla luce dei più recenti anni di esperienza, alle nuove Prove di Attitudine all’allevamento.

Alla fine del suo mandato Lucio Migni rinuncia ad ogni ulteriore impegno nel Club che continuerà a seguire però fino all’ultimo. Poche settimane dopo l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo, avvenuta nel febbraio del 2006, Lucio si spegne lasciando gli appassionati della razza nel più grande sgomento.

Il Consiglio Direttivo nomina alla Presidenza Wanna Bressa, che si dimetterà poco più di un anno dopo.

Stefania Bonati, ex Presidente del CIL
Stefania Bonati, ex Presidente del CIL

Assume le funzioni vacanti la Vice Presidente Stefania Bonati, allevatrice con l’affisso “dell’Irta Favola”, per anni responsabile delle Prove di Attitudine all’Allevamento, con esperienza di lavoro in acqua e forte di una stretta amicizia e collaborazione con Lucio Migni il cui lavoro viene infatti subito ripreso: i nuovi regolamenti tecnici del Club sono approvati in via definitiva nel mese di Luglio 2006 e poi perfezionati nel 2007.

Nel 2010 le PAA diventano obbligatorie per l’ottenimento del titolo di Campione Italiano di Bellezza.

L’Assemblea riunitasi il 16 dicembre 2007 elegge il nuovo Consiglio Direttivo che nomina Stefania Bonati alla Presidenza per poi rinnovarla nel gennaio 2010 fino al 2013.

 

 

Dal mese di aprile 2013 il nuovo Presidente del Club Italiano del Leonberger è Stéphanie Palumbo. Già consigliere dal 2006 e profonda conoscitrice nonché allevatrice della razza da circa 20 anni, Stéphanie Palumbo è l’attuale Presidente in carica al suo terzo mandato (che vide una breve interruzione nel 2016, anno in cui la carica è stata assunta per alcuni mesi da Stefania Bonati). Ella assume il compito di proseguire l’ottimo lavoro svolto dai suoi predecessori, riconoscendone in pieno tutta la sua validità, ma alla soglia dell’imminente ricorrenza del Trentennale del CIL, sceglie con fermezza di lasciarsi alle spalle quanto non necessariamente utile ai fini di una crescita fattiva del Club, e si impegna con slancio credendo fermamente in un progetto di rinnovamento ed armonico lavoro di squadra.

Tra gli incarichi del suo mandato spicca un nuovo importante obiettivo, che vede ancora una volta al centro della questione la tutela del Leonberger. Lo scopo è, se non la completa risoluzione, quantomeno il tentativo di arginare un nuovo problema di salute che investe la nostra razza. Infatti, se la displasia dell’anca e del gomito appaiono oramai problemi confinati proprio grazie al rispetto dei criteri di selezione, nel 2011 si affaccia inquietante il fantasma della polineuropatia e con esso le discussioni sulle varie misure cautelative atte a contenerlo.

Stéphanie Palumbo, Presidente del CIL
Stéphanie Palumbo, Presidente del CIL

L’argomento fu al centro della discussione dell’Assemblea dell’Unione Internazionale del Leonberger, tenutasi nell’autunno del 2012 e ricordata da molti come una delle assemblee più difficili proprio per il tema così “caldo” che si andava ad affrontare. Molti i dubbi e le istanze di chiarimento circa la polineuropatia: i meccanismi di trasmissione genetica, i costi delle analisi, la pubblicazione del test e la possibilità di effettuarlo in paesi diversi dalla Svizzera per favorirne l’utilizzo. Queste in sostanza le richieste del nostro e degli altri Club aderenti alla ILU, che aveva il potere e il dovere di dettare regole anziché orientamenti, perché solo così facendo si offrivano sufficienti garanzie sul rispetto della regolamentazione e sulla tutela della razza.

Nel luglio del 2014 l’Università di Berna, impegnata nello studio della Polineuropatia del Leonberger, diffuse l’importante scoperta che individuava un nuovo test genetico in grado di riconoscere oltre ad una forma LPN1, la presenza di una seconda mutazione genetica, chiamata LPN2. Anche se questi test sono in grado di diagnosticare solamente due dei possibili fattori di rischio genetico della polineuropatia, non escludendone altre forme, restano un validissimo strumento all’interno della riproduzione selezionata.

Tra gli incarichi del mandato è emerso un nuovo importante obiettivo, che ha visto ancora una volta al centro della questione la tutela della Razza. A partire dal mese di Aprile 2017 si è diffusa la notizia che le Università di Berna e del Minnesota hanno perfezionato e reso disponibile un nuovo test volto all’individuazione della LEMP (acronimo della parola leucoencefalomielopatia), una malattia genetica dovuta ad un mutante recessivo. Il Consiglio Direttivo del Club ha così deciso di esprimere e rendere nota la propria posizione in merito, cercando inoltre di suggerire delle linee guida per l’allevamento di razza. La ricerca è apparsa da subito interessante soprattutto perché ha permesso di fare un’attenta valutazione non solo di questo specifico problema, ma anche di approfondire la riflessione sulla questione sollevata già in passato da LPN 1 e 2. Il CIL ha cercato non solo di suggerire delle linee guida per l’allevamento di Razza, ma si è impegnato a rivedere i requisiti per l’accesso alla Riproduzione Consigliata e Selezionata, rimettendo comunque la decisione finale nelle mani della Commissione Tecnica Centrale dell’ENCI, che di fatto stabilisce quali siano i Requisiti effettivamente previsti. Pertanto dal 25 luglio 2018 tali requisiti risultano aggiornati, e se la LEMP ad oggi non rientra ancora tra i controlli preventivi obbligatori, la LPN1 e la LPN2, lo sono a tutti gli effetti.

L’impegno basilare del Club Italiano del Leonberger rimane, dopo trent’anni dalla sua nascita, il medesimo. Ed è in questa direzione che intende procedere sotto la vigile guida dei suoi rappresentanti: selezionare i soggetti adatti alla riproduzione scegliendoli dopo un’accurata valutazione di tutti gli esami clinici che ne attestino la salute fisica, senza tralasciare le importantissime doti caratteriali, che fanno del Leonberger un cane unico nel panorama cinofilo.